Tenete questa newsletter per un angolo, perché è stata particolarmente sudata. Non solo per effetto della cappa di caldo che schiaccia il milanese, facendo sembrare le ferie un lontano miraggio: il fatto è che per giorni siamo scivolate da un tema all’altro, senza riuscire a decidere di cosa avremmo dovuto trattare in questo appuntamento mensile.
Non è che gli argomenti mancassero: il sempre attuale discorso sul legame tra scrittura e privilegio (tornato alla ribalta dopo la testimonianza di una ex-alunna della Scuola Holden), quello sullo stato del discorso culturale in Italia (partito da una riflessione sul valore della critica letteraria e delle recensioni), oppure la fissazione dei corsi di scrittura per le formule preconfezionate. Ci era quasi venuta voglia di lanciare il sasso nello stagno della valutazione delle case editrici in qualità di aziende, e della passione di questa industria per la denuncia per diffamazione.
Non l’abbiamo fatto, perché siamo arrivate al punto in cui ci sembra di dire sempre le stesse cose… con l’aggravante che le raccontiamo a persone che probabilmente le sanno già.
E che ragione ci sarebbe per partecipare in una discussione in cui non si ha nulla da aggiungere?
Questo è sempre stato l’approccio con cui abbiamo affrontato la scrittura finora: incrementare l’esorbitante numero delle pubblicazioni italiane solo se avevamo qualcosa da dire; se non di originale, almeno di significativo.
Tutto, pur di non parlare di niente.
Parlare di niente è un’arte sottile, ampiamente valorizzata nelle occasioni sociali. Un fantasioso gioco di equilibrismi da cena formale, in cui ogni argomento sensibile viene aggirato e le emozioni censurate. Le discussioni aspettano a casa, in pantofole o sotto una lunga doccia.

Per anni abbiamo avuto poca pazienza per le chiacchiere leggere, forse complice la nostra fretta congenita. Nella vita come nella scrittura: avevamo interiorizzato il dictat “ogni dialogo deve veicolare informazioni”.
Nello scrivere questa newsletter, ci siamo rese conto che non la pensiamo più così. Anzi, meglio: stiamo scoprendo che c’è valore nelle parole che si prendono il proprio tempo, che trascorrere una mattina a chiacchierare di niente ha un valore che esula dallo scambio di concetti. Parlando di niente possiamo dare spazio a elementi che in altre circostanze sono secondari: la corporeità, il silenzio, il respiro.
Tuttavia, trasportare questa epifania (ehi, siamo brianzole che abitano un sistema capitalista! Se non stiamo fatturando è perché siamo già in burnout) nei testi che stiamo scrivendo si sta rivelando complicato: dopotutto, dialoghi che non portano a niente rischiano di stufare in fretta…
Ma se vi abbiamo portatə fino in fondo a questa sconclusionata newsletter, forse si può fare. Che ne dite?
Cosa stiamo leggendo
Tra un corso e l’altro stiamo leggendo a singhiozzo. Attualmente abbiamo in lettura tre libri senza alcun apparente punto in comune: “What moves the dead” di T. Kingfisher, “The never king” di Nikki St. Crowe e “Un affare per orecchie a punta” di M. Maponi.
Il primo è un retelling gotico di un classico di Edgar Allan Poe, un libro che trasuda inquietudine (e funghi). Il terzo è un fantasy noir che parla di privilegio e società di classe. Il secondo è monnezza che dovrebbe stare nell’umido, ma è così sfacciato da risultare affascinante… forse un filo conduttore dopotutto c’è: il disagio.
Cosa stiamo scrivendo
L’arrivo di nuovi progetti con scadenze ravvicinate ci ha obbligate a mettere di nuovo da parte il nostro portal fantasy geopolitico. Vorremmo terminare il secondo volume con l’anno, ma sembra che l’editoria abbia altre idee.
Perciò, trascorreremo l’estate divise tra editing di saggistica e scrittura forsennata di una nuova novella (affettuosamente denominata la Novella Neolitica, perché al suo interno stanno convergendo svariate ossessioni di Sephira). Per fortuna siamo in due.
Appuntamenti estivi
Per Dracones: Associazione per la scrittura fantasy italiana stiamo tenendo un corso dedicato ai sottogeneri del fantasy. Se il tema vi interessa (e non vi siete ancora stufatə di noi) non disperate: le videolezioni sono sempre a disposizione degli associati. Al ritmo di un video a settimana, vi terremo compagnia per buona parte dell’estate.
Come sempre, grazie per il tempo che ci hai dedicato oggi.
E se sei in partenza, buone vacanze!
Gloria & Sephira