Di recente mi è capitata sotto gli occhi una bella infografica intitolata “% of people who have read a book in the past 12 months”. Viene riportata una cartina dell’Europa, in cui la Scandinavia troneggia con un bel 70%, il centro-Europa si assesta su un onesto 60%, e l’Italia condivide un allarmante rosso acceso con Bulgaria e Romania (tutte intorno al 30%).
I dati dell’infografica provengono dall’EUROSTAT 2022 e sono stati rielaborati dalla piattaforma Amazing Maps.
Ora, per deformazione professionale (visto che con i dati ci lavoro), approccio queste rappresentazioni con una buona dose di cautela. Se c’è una cosa che ho imparato facendo la scienziata, è che uno stesso set di dati può essere utilizzato per dire parecchie cose, a volte persino per supportare idee opposte. Questo vale quando una serie di dati è utilizzata per dare risposte di senso assoluto, ma la faccenda si complica ulteriormente quando si vanno a fare dei confronti.
Perciò mi sono chiesta: da dove arrivano i dati da cui emerge un’idea così truce del nostro Paese?
La risposta sembra semplice: da EUROSTAT 2022.
Così sono andata a fare un giro di EUROSTAT, che per chi non lo sapesse è il database statistico dell’Unione Europea (ed è liberamente accessibile, con gran gioia di squilibrati come la sottoscritta). In effetti, ho trovato un articolo del 9 agosto 2024 facente riferimento a dati del 2022, in cui si riportano le abitudini di lettura dei cittadini di vari Paesi europei.
Qui si scopre una prima cosa interessante: queste analisi non sono categorizzate sotto Education, ma fanno parte del segmento EU Statistics on income and living conditions. Il legislatore dimostra cioè di avere ben chiaro che le abitudini di lettura sono collegate all’income, cioè al reddito, e alle condizioni di vita.
Andando avanti, si trovano i dati grezzi. O meglio: si trova una tabella in cui si riporta la percentuale di persone (con più di 16 anni) che dichiara di aver letto nessun libro, meno di 5 libri, tra 5 e 9 libri, e più di 10 libri. Immagino che la mappa da cui siamo partite sia il negativo della colonna “nessun libro”.
Qui dentro si scopre che il 64.9% degli intervistati in Italia dichiara di non aver letto neanche un libro nel 2022.
Ahi.
Ma facciamo un altro passo avanti. I dati di EUROSTAT sono raccolti a partire da quelli forniti dalle varie agenzie nazionali, che tra l’altro operano con metodologie diverse. Per esempio, in Italia, l’ISTAT predilige il formato dell’intervista porta a porta, mentre il Nord-Europa si affida a registri amministrativi.
Quindi i dati relativi all’Italia riportati da EUROSTAT derivano da ISTAT. Beh, andiamo a vedere cosa scrive l’ISTAT.
In un report dal titolo “Produzione e lettura di libri in Italia” si legge:
Nel 2022, il 39,3% delle persone di 6 anni e più ha dichiarato di avere letto nell’ultimo anno almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali.
Che sarebbe come dire che il 60.1% delle persone con più di 6 anni dichiara (si possono intervistare i bambini? E perché l’EUROSTAT parlava di >16 anni?) – che cosa? Di non aver letto alcun libro nel 2022?
No, di non aver letto (e gli audiolibri?) per motivi non strettamente scolastici o professionali (le letture per le vacanze valgono? La ricerca di informazioni? Le guide turistiche?).
Ho fatto questo esercizio per l’Italia, ma immaginate di riproporlo su ciascun Paese europeo. Una piccola differenza nel campione intervistato, nella formulazione delle domande, nel bias dell’intervistatore vengono esacerbate dal confronto numerico, estrapolate dal contesto, finiscono al servizio di titoli sensazionalisti.
Beninteso: le percentuali sulla lettura in Italia non sono positive, è cosa nota e questo debunking non aveva l’intenzione di dimostrare il contrario. È importante e necessario intervenire per sanare il problema. Ma credo che sia concettualmente sbagliato dichiarare che dobbiamo farlo perché guardaci, siamo messi come la Bulgaria.
Anche perché, se in Bulgaria hanno chiesto: “Quanti romanzi hai letto per piacere nell’ultimo anno?”, chissà, magari sono persino più bravi di noi.
Eventi
Se sarete a Torino venerdì 16 maggio, non prendete impegni: in quella data si terrà l’evento di lancio dell’associazione Dracones. Se amate il fantasy, non potete proprio perdervela!
Scritture
In questi mesi stiamo leggendo e poco e scrivendo moltissimo. Perlopiù si tratta di progetti già in essere che richiedono revisioni o editing.
A parte “Anatomia del Fantasy”, che tornerà in libreria in una nuova fiammante edizione riveduta e corretta (ebbene sì, abbiamo esaurito la prima tiratura!), ci stiamo concentrando sul portare avanti la nostra trilogia fantasy sul cambiamento climatico.
La revisione del primo volume ci ha fatto venire qualche capello bianco, ma siamo soddisfatte del risultato – e soprattutto, siamo pronte a mettere mano al secondo libro. E al terzo. Insomma, dopo mesi a mordere il freno, finalmente possiamo dedicarci alla scrittura vera e propria.
Speriamo di potervi annunciare presto qualche buona nuova in merito, visto che di progetti in cantiere ce ne sono tanti!
Come sempre, grazie di aver dedicato a questa newsletter qualche minuto del tuo tempo. A rileggerci!
Gloria & Sephira