La lotta aperta per l'interesse
Dall'indigestione dell'algoritmo al ritorno della selezione manuale
Dopo due anni di newsletter mensile, quest’estate ci siamo ritrovate a fare un bilancio sulla nostra presenza online. Se ci segui da tempo, saprai che i nostri contenuti sono dispersi su varie piattaforme: c’è il sito Moedisia.eu con il suo blog, su cui pubblichiamo articoli di approfondimento di critica letteraria; c’è una pagina Facebook ormai più che altro di rappresentanza; c’è un profilo Threads dedicato ai meme (i meme non sono mai abbastanza); c’è la pagina Instagram, che riunisce il nostro pubblico più affezionato; e c’è quella di TikTok per i video di divulgazione. Più la newsletter, che avevamo aperto per divulgare i contenuti dedicati al fantastico intersezionale, e un gruppo Telegram di discussione (nonché di sfogo). Non serve essere espertə del settore per capire che si tratta di uno sforzo di gestione enorme. Ed era solo questione di tempo perché iniziassimo a chiederci - Ne vale la pena?
Una possibile risposta sarebbe andare a fondo nelle logiche di marketing, e in quella che si chiama conversione: quanto del pubblico che ci segue sulle varie piattaforme acquista poi una copia dei nostri libri? Purtroppo, non abbiamo questo dato, perchè non siamo venditrici dirette attraverso i nostri canali. Non solo: la visibilità dei nostri contenuti, la possibilità di arrivare a persone che potrebbero essere interessate a ciò che abbiamo da dire, è legata alla logica di algoritmi proprietari, con i propri bias e le proprie dinamiche. Algoritmi che, tra l’altro, mascherano di default tutto ciò che è politico (e, indovina un po’: la letteratura è politica). Beh, ammettiamolo… se ci fosse importato qualcosa dei dati di vendita, non ci saremmo messe a scrivere di fantastico intersezionale.
Un punto più rilevante da tenere in considerazione è quello legato a tempo e salute mentale. I social media non richiedono soltanto di produrre contenuti a ciclo continuo (poco importa che vengano fagocitati e digeriti nel giro di ore o giorni), ma anche un’attenzione e una presenza costanti. Dal momento che le nostre energie non sono infinite, la costanza sui social media va a scapito di quella per la scrittura, per l’approfondimento, per l’apprendimento.
Quindi, che si fa?
Con questo settembre abbiamo deciso di introdurre un po’ di novità. La prima, l’avete sullo schermo: la newsletter cambia. Per quanto fossimo affezionate alla formula precedente, abbiamo dovuto riconoscere che non era funzionale: si trattava di un’operazione a senso unico, che, al netto delle collaborazioni, non consentiva l’instaurarsi di un dialogo. Preso atto di questo problema, e della necessità di rendere i nostri contenuti il più possibile accessibili, abbiamo deciso di spostarci su SubStack.
Non siamo, evidentemente, le sole ad aver fatto questa scelta. La guerra per il nostro tempo, la nostra attenzione, il nostro interesse, si combatte da anni. Ma mai come ora, complice la proliferazione di contenuti fasulli o capziosi (dalle fake news alle immagini generate con AI, passando per le polemiche a basso costo), molte persone scelgono di abbandonare i social media per periodi più o meno lunghi, e riappropriarsi della possibilità di scegliere cosa si vuole leggere. Considerando che veniamo dal mondo dei blog, ci sembra rilevante il ritorno della possibilità di cercare in autonomia ciò che interessa, ovvero il desiderio di tornare soggetti attivi nella nostra fruizione di internet.
La seconda novità è che ridurremo la nostra presenza sui social media (tutti quanti). È un trend che abbiamo inaugurato quest’estate, e ha fatto miracoli per la nostra produttività. Abbiamo scritto di più e meglio; e non abbiamo solo scritto. In questo calderone sobbolle qualcosa di grosso, che non vediamo l’ora di condividere.
Speriamo che apprezzerai questa scelta, che nelle intenzioni dovrebbe portarci a concentrare gli sforzi per tornare a portare approfondimenti tematici più succosi e complessi, svincolati dalla rapidità e dalla rapidità cui ci hanno abituatə i social media. A questo proposito, possiamo già anticiparti che è in arrivo una serie di articoli dedicata all’eco-fantasy. Presto prestissimo!
Eventi
12-13 ottobre 2024 ci trovate alla nostra manifestazione preferita, Stranimondi a Milano. Quest’anno, a causa di problemi organizzativi, non avremo il nostro consueto panel - ma dando un’occhiata al programma sembra che femminismo e rappresentazione siano ormai di casa! Noi orbiteremo tra gli stand di Lumien ed Eris Edizioni, non esitare a chiamarci se hai voglia di fare due chiacchiere.
L’angolo dei nostri libri
“Anatomia del Fantasy: leggere e scrivere fantasy in modo critico” continua a regalarci immense soddisfazioni. Ad agosto ha fatto la sua comparsa tra i titoli consigliati dalla rivista CasaFacile (in abbinamento a un ombrellone che non potremmo permetterci neanche vendendo un altro migliaio di copie, ma ehi, guardare è gratis!).
Inoltre, su Amazon è al #1 tra i saggi dedicati al fantastico più regalati… se hai ricevuto una copia e il libro ti è piaciuto, perché non lasciare una recensione?
Non potremmo davvero sperare in un pubblico più caldo e appassionato: i messaggi carichi di entusiasmo e stima che riceviamo da chi ha acquistato il libro ci fanno puntualmente commuovere. È davvero meraviglioso vedere quanto desiderio c’è di imparare, quante nuove penne stanno usando Anatomia per mettersi alla prova o per guardare con nuovi occhi alle proprie storie. Grazie: la vostra fiducia ci ripaga di ogni fatica.
Consigli di lettura
Una delle migliori scoperte di quest’anno è senza dubbio la serie “The Memories of Lady Trent” di M. Brennan.
Se sei appassionatə di draghi, non puoi davvero perderti questi cinque libri (più uno) dedicati alle avventure in giro per il mondo della zoologa Isabella Trent. Brennan ha un passato da antropologa, e si vede: preparati a leggere una delle più corrette e puntuali raffigurazioni della ricerca sul campo e del funzionamento del sistema accademico, mentre esplori civiltà radicalmente diverse dalla nostra.
Appunto personale: credo che Brennan abbia ispirato la sua protagonista alla realmente esistita Isabella Bird, che fu scrittrice e avventuriera sul finire del 1800, nonché la prima donna ammessa alla Royal Geographical Society. Se non hai modo di berti questa serie - purtroppo non disponibile in italiano - vale quantomeno la pena riscoprire la figura di Isabella Bird (alla cui figura è dedicato anche il manga “Isabella Bird in Wonderland”).
Per questo mese è tutto! Ci rileggiamo presto. <3
Been there, done that 🙂
Sapete che sono temi che abbiamo anche sviscerato insieme. Substack è un'ottima alternativa, in quanto pur essendo anche questo un "walled garden" permette una profondità che i altro social non hanno. Io ho scelto una strada diversa (volevo un posto davvero mio) ma sono contenta che il paesaggio stia cambiando.
Sto facendo la stessa riflessione anch'io, Substack mi sembra sempre di più la soluzione ideale per adesso. Grazie per il consiglio di lettura, sembra proprio ciò che fa oer me!